Le Fiabe Sonore


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Il pianoforte, inserito in un gruppo opportunamente preparato all’ascolto – anch’io mi pongo come ascoltatore, con l’unica differenza che appoggio le mani sulla tastiera – diventa una periferica, una sorta di “stampante sonora”che viene pilotata in tempo reale dalla coscienza collettiva del gruppo, risultante dalla sincronizzazione interpersonale.

Si inizia con le mie dita che, percuotendo casualmente la tastiera, fanno risuonare alcune note. Queste onde sonore si propagano nel campo di coscienza collettiva e ritornano al pianoforte attraverso le mie mani, innescando un loop, una sorta di effetto Larsen (il sibilo che si avverte quando si mette il microfono davanti all’altoparlante) fra la coscienza collettiva e il pianoforte stesso. L’intero processo si autoalimenta progressivamente, fino a produrre veri e propri episodi musicali, che amo definire “Fiabe Sonore”.

La qualità e il contenuto della musica, che viene improvvisata sul momento, è quindi il risultato di questa interazione fra le nostre coscienze sincronizzate che modulano in tempo reale il processo creativo in atto, da me innescato. Una musica che, potremmo definire, nasce dall’auto-organizzazione psico-fisica del gruppo pilota di riferimento.

Tratto dalla Relazione: https://www.ectomusica.it/old/Relazione.pdf

 

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