Paolo Manzelli
La nostra tradizione culturale e scientifica prevede unicamente una relazione meccanica tra energia e movimento collocata nel quadro di una visione dello spazio/tempo del mondo esterno espressa in coordinate XYZ,T. Quanto sopra corrisponde al paradigma Euclideo che è basato sulla arbitraria separazione tra soggetto ed oggetto, nella quale solo lo spazio è oggettivo, mentre il tempo lineare è considerato soggettivo, così che viene convenzionalmente regolato dalla misura meccanica del tempo mediante la rotazione delle lancette di un orologio. L’Ego altresì, se viene de-condizionato dalla precedente struttura cognitiva è capace di percepire coscientemente una diversa possibile dimensione dello spazio/tempo nella quale vengono a dissolversi quelle tradizionali concezioni che pretendono l’unicità assoluta della linearità del tempo quale successione irreversibile di istanti. Tale concezione lineare impedisce di concepire che avvengono fenomeni non casuali che rispondano alla simultaneità condivisa a distanza di sensazioni ed emozioni. La sperimentazione attraverso la Ecto Musica dimostra sperimentalmente che il cervello può percepire modelli diversi dallo spazio tempo Euclideo che è stato basato sulla arbitraria separazione tra soggetto ed oggetto della percezione. Pertanto, in un mondo che accetterà di capire come sia possibile concepire come possa mutare la struttura cognitiva dello spazio/tempo, allora la sperimentazione della ECTO MUSICA assumerà il valore di prova scientifica permessa dalla integrazione tra l’arte quantistica e la stessa scienza quantistica.
Altri articoli del Prof. Paolo Manzelli: www.edscuola.it/lre.html
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